Sanremo, come i mondiali di calcio unisce al di sopra di tutto

E’ da un po’ di giorni che canticchio la sigla storica del Festival, il rap melodico composto dal Maestro Pippo Caruso con un suo inconfondibile «PARAPPAPAPAPAPA» . Accade che il motivetto ti frulla in testa più volte durante il corso della giornata quasi come se, per uno strano meccanismo, più ci si avvicina a quel “fischio d’inizio” più il corpo si prepara a respirare (e a cantare) a pieni polmoni tutto quello che il palco dell’Ariston avrà da offrirci da lì a poco. C’è un’altra verità, mai come quest’anno sembra che la kermesse abbia già avuto un suo inizio, e che questo coincida con un “da più di qualche mese fa”. Più di un mese fa accadeva che Amadeus annunciava al suo fianco Chiara Ferragni, la quale non tra poche polemiche, ha pensato bene di scongiurarle dichiarando di devolvere il suo intero cachet alle associazioni per le donne vittime di violenza. Rinuncia al cachet, ma non all’immagine l’imprenditrice digitale, che insieme a Fedez e al suo staff soggiornerà in una villa disposta su tre piani, fuori dal centro della città, con otto camere da letto e un campo da tennis. Ma andiamo avanti con le co-conduttrici scelte da Ama per questa 73 esima edizione del Festival. Non può mancare, e in effetti non manca mai, lo smielato politically correct che quest’anno coincide con la scelta dell’atleta Paola Enogu. La Enogu avrebbe dichiarato in una intervista a Vanity Fair alla vigilia di Sanremo, «Fare un bambino? Se facessi un figlio nero rivivrebbe lo schifo che ho vissuto io» . Aspettiamoci dunque un monologo che avrà a che fare con alcuni dei mali incurabili della terra: la paura del diverso, la xenofobia, il razzismo. Lacrime, magari standing ovation e si volta pagina. Capitolo polemiche. Altro aspetto di qualsiasi edizione sanremese che si rispetti. Quest’anno ad alzare i toni è soprattutto il fronte politico: da una parte ci si scaglia contro la scelta di ospitare – virtualmente- il presidente dell’Ucraina Zelensky, dall’altra contro l’esibizione in gara della concorrente fluida Rosa Chemical . Il brano di Rosa proprio non va giù all’Onorevole Morgante di Fratelli d’Italia che lo definisce “propaganda gender”.

Diversi e vari i gruppi whatsapp, facebook, telegram in cui i fan più sfegatati si confrontano sulle notizie che la stampa caccia fuori alla velocità di uno spara palle di tennis e dove già, qualche braveheart azzarda il podio.

Un premio Lunezia conferito ai Coma Cose per la qualità dei contenuti del brano “L’addio” ci prepara già ad un qualcosa su cui dovremmo porre maggior attenzione durante la gara. Anna Oxa, Giorgia, Grignani, Paola e Chiara, Articolo 31 : ad un tratto siamo negli anni novanta, ci piace e non poco. Gli ospiti Black Eyed Peace, Depeche Mode, Tom Morello rappresentano quella internazionalità che ci mancava, e che ci inorgoglisce quando ad una certa arriverà quella fatidica domanda all’artista internazionale sull’Italia e lui o lei o loro risponderanno che “E’ il Paese più bello al Mondo e che gli italiani sono fantastici”.

Mancherà Vincenzo Mollica, ma anche Beppe Vessicchio, non solo all’ Ariston, ma anche nei nostri cuori e nel nostro immaginario ideale di Sanremo.

La verità è che questa cosa qui è e sarà sempre la cosa più criticata, discussa, amata e odiata allo stesso tempo. Un’altra verità è che non vediamo l’ora che tutto questo sfilare di canzoni e cantanti, di polemiche e possibili colpi di scena, di critiche e di momenti strappa lacrime abbia inizio. Il Festival di Sanremo unisce come la finale dei Mondiali di Calcio, e il fantasanremo in questo ci ha messo il carico da undici.

Pubblicato da Talia Mottola

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